Eccoti sull’orlo della vita, raccontata da tutti gli altri
che ti guardano da fuori, dal buco della serratura
raccontando ciò che fai, disegnando ciò che sarai
e ti trovi in un istante, sulla piazza tra la gente
senza più un attimo di tregua, a fotografarti dentro al cesso
ma dei signori del vapore, di loro non ne sai mai nulla
dalla sala delle macchine, condividono solo il tuo
e ti sei pure convinto, di esser lieto sulla giostra
di aver scelto tu il destino, di aver scelto di nuotare
di sorridere liberamente sulla sabbia di un acquario
e ti trucchi per lo show e ti vesti per la “prima”
e ti fissi ad uno specchio ma è soltanto una vetrina
dimmi quello che sei, dimmi cosa diventerai
se un’altra vita basta ancora, se un’altra vita resta ancora
È la vita che ti sfugge, presa all’amo da chi ha scelto
di dorarti le catene, di rifare tutto il mondo
di spacciare il suo controllo, con un gioco di furbizia
come l’ultima conquista, di un’umanità che danza
ecco forme di dominio che preferisci non vedere
per sguazzare sorridente nel perpetuo senza senso
per dormire sul cuscino col sorriso dello stolto
nell’acquario in bella vista, chiuso dentro a quel cristallo
e ti trucchi per lo show e ti vesti per la “prima”
e ti fissi ad uno specchio ma è soltanto una vetrina
dimmi quello che sei, dimmi cosa diventerai
se un’altra vita basta ancora, se un’altra vita resta ancora
offri un altro pezzo di noi, prendi ancora un pezzo se vuoi