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“Negli occhi di Ulisse”, il nuovo disco di Skoll

Il senso ultimo e profondo del vivere di Ulisse – a differenza di quanto comunemente si creda – non è il viaggio. Al contrario, è la risposta al richiamo costante, infinito della propria terra, della propria cultura e dei propri affetti. Di ciò che più abbiamo a cuore e che dovremmo essere pronti a difendere, direttamente, in prima persona, senza dare sempre per scontato che ci sia qualcun altro a farlo al posto nostro. Tutto il bello che ci circonda e la parte migliore di noi sono il frutto di una conquista. E tutto ciò che è stato conquistato richiede uno sforzo ancora più grande, più faticoso, meno appariscente, privo di gloria: una difesa fatta di impegno, costanza, cura, dedizione, responsabilità, sacrificio… Così, in questo mio nuovo disco, muovendo dalle nostre origini omeriche, racconto di esempi, di una visione del mondo, di slancio e attitudine, di uomini e donne che in varie forme e in varie epoche hanno incarnato ciò che amavano al di sopra di tutto, non aspettando che lo facesse qualcun altro al posto loro. Anzi, diventando ciò che gli altri non avevano il coraggio di essere.
“Quando abbiamo iniziato a girare nel vuoto / a dare tutto per ovvio, che ci fosse dovuto / che ci sia sempre un altro a difendere ciò che più vale? / E svaghiamo lontano, senza rotte di casa / sempre altrove, nel niente, dove nulla vale la pena / Ormai siamo distanze, bottiglie vuote nella corrente / Ma gli uomini esistono perché altri si sveglino”.
Skoll. Negli occhi di Ulisse

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