La notte era nera e piena di stelle
ma l’orizzonte si cinse di nuvole
che a sprazzi di luce lampeggiavano libere
le lanterne di carta bianca di riso
si dimenavano al vento come vespe nervose
e l’orchestra suonava, c’eravamo solo noi
ed il vento si alzò le prime gocce che caddero
l’orchestra fuggì, noi guardammo in su
continuando la danza, nel silenzio del buio
le gocce eran piume che solleticavano il volto
ci pulirono gli occhi che scopriron lo specchio
ci guardammo da fuori abbracciati così
i nostri corpi riflessi i pochi vestiti già fradici
le lanterne si spensero ma vedemmo più chiaro
allora capimmo di più:
i grandi uomini non parlano
come fiori di ciliegio si disperdono
prima delle discendenze che si ostinano
a sopravvivere agli eroi
ma come il fiore reciso che io scelsi tra mille per te
il più bello è il giovane
che prima cade sul prato
dimostrando che vivere
non ha senso senza il morire
ripercorrendo il sostanziale
sacrificio degli eroi