L’altra sera ho girovagato come fossi un cane alla stazione
ho incontrato fiumi di persone e di parole ed anche donne senza valore
che mi hanno chiesto se aprissi il portafogli e rari squarci di cuore
ieri mattina mi ha fermato un ragazzino, ha tredici anni
mi ha chiamato capitano mio capitano, gli ho dato la mano ma quando si è voltato
ho chiuso gli occhi forte forte e son scappato via e son fuggito lontano
vengo dalla periferia non credere che l’abbia dimenticato
ma credo fortemente che ciò che è stato è stato perché il domani sia migliore
di quello che un giorno, quando lì sarò tornato, mi azzarderò a chiamare passato
capitano, capitano… capitano capitano…
siam capitani nonostante faccia freddo e la vita sfugga via
siam capitani nonostante faccia freddo, stringimi che tu sei mia, siamo capitani
nel percorso della vita mi han ricoperto di risa amare
e del sarcasmo di chi non ha mai saputo lottare ma non sono riusciti a bloccare
questa voglia di fare perché non si può mai fermare un capitano un capitano.
in questa notte fredda lascia che ti possa sfiorare
e che ti possa donare ciò che nella vita meglio so fare ossia lottare, sperare
e continuare a lottare con queste mani mie, con queste mani da giullare.
loschi e vigliacchi mi han più volte colpito, non sono caduto
perché la vita non l’influenzano i piccoli dal rancore vissuto, resterò in piedi
sognando e vivendo, lanciando in questo mio tempo il mio amore contro il loro odio